Simbolo della città tra storia, arte e leggenda
Situata all’ingresso meridionale del centro storico, la Torre Civica di Este, conosciuta da tutti come Porta Vecchia, è una delle immagini più iconiche della città, insieme al Castello Carrarese. Elegante e scenografica, con i suoi merli ghibellini e l’orologio settecentesco, accoglie i visitatori con la maestosità di un’antica sentinella.
Le origini: da torre difensiva a porta monumentale
Nel punto in cui oggi si innalza la torre attuale, sorgeva un tempo una torre in muratura più semplice, che fungeva da porta di accesso per chi proveniva da Rovigo, Ferrara o Montagnana. Già attestata nel XIII secolo, fu teatro di un episodio leggendario: nel 1238, Vitaliano d’Arolda, soldato traditore, aprì nottetempo la porta alle truppe di Ezzelino III da Romano. Per questo, la torre venne chiamata per un periodo “Torre Vitaliana”.
Nel secolo successivo, il controllo passò ai Carraresi, che liberarono Este dagli Scaligeri e costruirono il Castello. Durante il loro dominio (o forse già prima, sotto il Comune di Padova), fu scavato un canale difensivo – un ramo del fiume Sirone – che avrebbe poi dato origine al canale Bisatto. Questo corso d’acqua, sfruttato in epoca veneziana per il trasporto delle pietre trachitiche dei Colli Euganei e dei Berici, passava proprio davanti alla porta, rendendo necessaria la costruzione di un ponte: in legno nel ‘400, in pietra dal 1525.
La torre attuale: eleganza barocca dopo il terremoto
Nel 1688, un violento terremoto danneggiò gravemente la vecchia torre, rendendola instabile. La sua demolizione fu decisa per motivi di sicurezza, e nel 1690 fu eretta l’attuale struttura. Non più torre difensiva, la nuova Porta Vecchia fu progettata come elemento monumentale e civico, in netto contrasto con l’aspetto militare del vicino castello.
Alta poco meno di 20 metri, la torre è attraversata da un ampio arco centrale con chiave di volta decorata da un mascherone in trachite. Sul lato sud, rivolto verso il ponte, un’iscrizione latina ricorda il podestà veneziano Marco Ruzzini, committente della nuova costruzione. L’orologio sul lato della piazza, arricchito da fasi lunari, potrebbe essere opera dell’ingegnere veneziano Bartolomeo Ferracina, celebre anche per la Torre dell’Orologio di Piazza San Marco a Venezia – anche se l’attribuzione non è documentata.
L’interno: meccanismi, arte e storia
La torre è articolata in tre vani interni:
- La stanza del caminetto (a 8 metri d’altezza): un tempo alloggio dei custodi della porta, oggi ospita i contrappesi del meccanismo originale dell’orologio.
- La stanza dei soppalchi: visibile il meccanismo restaurato dell’orologio e alcune opere d’arte.
- La cella campanaria, con una campana seicentesca del 1637, fusa nel convento di San Francesco e ancora oggi in funzione.
Entrambi i vani inferiori ospitano sculture in terracotta donate al Comune dallo scultore estense Gino Vascon. Tra queste spiccano il “Lazzaro che si scioglie dalle bende” e il busto di Gabriele D’Annunzio.
Panorami e curiosità
Dalla cella campanaria si godono viste suggestive:
- A est, la chiesetta sconsacrata di San Rocco, con il suo campanile a cipolla, e la Basilica delle Grazie.
- A sud, l’antico porto fluviale sul canale Bisatto, con la caratteristica scalinata d’accesso all’acqua.
La campana, suonata tramite un martelletto azionato a distanza, scandisce ancora oggi le ore e segnala le riunioni del Consiglio Comunale.
Una porta tra passato e presente
La Torre Civica di Porta Vecchia non è solo un punto di passaggio: è una memoria viva della città, un monumento che racconta secoli di vicende, trasformazioni e identità. Simbolo di Este che accoglie, continua a dominare con eleganza l’ingresso al centro storico, tra storia, arte e vita quotidiana.